Per concludere, almeno da parte nostra, il mini capitolo che in questi giorni è stato dedicato alla scandalosa gestione arbitrale di Lecce-Udinese, non resta che andare a riportare nel dettaglio cos’è avvenuto nella Sala VAR di Lissone mentre si partoriva quel disastro chiamato rigore poi realizzato da Lucca. Il dialogo, riportato nel corso di Open VAR e che andiamo di seguito a proporre integralmente per iscritto, evidenzia alcune mancanze clamorose che sono vizio di forma troppo spesso evidenziato nel corso dell’uso, troppo spesso inadeguato, di uno strumento potenzialmente utilissimo.
Ecco di seguito il dialogo completo tra l’arbitro Kevin Bonacina (B) e la Sala VAR (V) composta da Marco Guida e Marco Serra:
B ai calciatori dopo l’impatto: “Niente, niente”
V inizia a visionare il replay: “Si tocca la faccia”, “Sì, fa vedere da questa. Rivedila pure tu”, “Sembra in dinamica, ma una larga?”, “Sì, sembra in dinamica”
Nel frattempo Lovric è ancora a terra, andando ad attirare l’attenzione anche della Sala VAR.
V: “Allora, è rimasto a terra”, “E’ un bel colpo però”, “Il pallone lo prende lui”, “Sì, onestamente per me è rigore visto da questa (riferimento al fermo immagine dell’impatto tra braccio di Jean e Lovric, ndr)”, “E’ una bella gomitata”.
Guida si rivolge poi direttamente all’arbitro. V: “Kevin, controllo solo l’APP poi forse te lo devo far vedere, perché c’è un bel colpo”, “Ok Kevin, ti raccomando l’on-field review”.
Quali conclusioni si possono trarre dalle parole scambiate tra Bonacina, Guida e Serra? Innanzitutto partiamo dal presupposto dell’evoluzione dell’impatto. Questo era stato giudicato inizialmente bene non solo dal direttore di gara, ma anche da Lissone. Guida e Serra sono infatti concordi sul fatto che il movimento di Jean non sembri negligente, poiché coerente con la dinamica difensiva.
Cosa fa poi cambiare direzione ai due? Il fatto che Lovric, in evidentissima accentuazione del colpo subito, resti immobile a terra per quasi un minuto. Lì i due arbitri iniziano a cambiare i toni, parlando di potenza dell’impatto e concentrandosi su un fermo immagine che può esprimere tutto tranne che quanto il tocco sia effettivamente da considerarsi forte o imprudente. Un fotogramma che può soltanto dire il punto in cui i calciatori si sono toccati, ma certo non l’entità e la dinamica che, si è sempre detto, al netto di situazioni clamorose dovrebbero essere soprattutto appannaggio dell’arbitro di campo.
Così si passa, improvvisamente, dai dubbi alle certezze. In pochi secondi Guida liquida la situazione non più come dubbia ma come nettissima, il tutto con una sufficienza disarmante che mai abbiamo o avremmo visto in match di “livello superiore”, come se la lotta per la salvezza non abbia gli stessi contenuti in termini di importanza per un club si una lotta per l’Europa. Nessun favore all’Udinese, e ci mancherebbe, ma che il Lecce sia spesso trattato con sufficienza in certe circostanze è a dir poco evidente, quasi matematico. Questa disparità di atteggiamento, unita all’errata gestione dei fermo immagine ed all’assoluta scorrettezza di calciatori come Lovric, capaci di restare a terra a fingere anche mezz’ora pur di condizionare la direzione di gara (incoraggiati ovviamente da comportamenti arbitrali come quelli sopra descritti) rendono uno strumento utile come la VAR assolutamente controproducente. Firmato: un ex varista convinto.
L’articolo Da “Sembra in dinamica” a “Però è un bel colpo” in pochi istanti: il disastro dalla sala VAR in Lecce-Udinese proviene da Calcio Lecce.