Roma and Mile Svilar continue to work on the contract renewal of the goalkeeper, who is increasingly central to the Giallorossi’s project. The parties have come significantly closer in recent weeks: the club’s new offer, according to Il Messaggero reports, could rise to 3 million euros net plus bonuses. A figure that comes close to the request of the Serbian’s entourage, which aims at 4 million.
The knot, however, concerns another aspect: the inclusion of a rescission clause. Svilar’s agents, in fact, are pushing to set it at 40 million euros. An important figure, but one that would guarantee the player a clear way out in case of offers from top European clubs.
Despite the pressure from big names such as Chelsea, Manchester City, Bayern Munich and Newcastle, Mile’s intention remains to stay in the capital and continue his journey as a starter with Roma. It is now up to the club to find the right formula to secure him.
Source: The Messenger
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A proposito di avversari, lo «zero tituli» di Mourinho aveva a che fare proprio con l’Inter e la Roma. Era il 3 marzo 2009 quando se ne uscì con queste parole: «A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale. La Roma ha grandissimi giocatori, ma finirà la stagione con zero tituli». Non aveva digerito la direzione di Rizzoli in Inter-Roma 3-3.
«Mourinho ha poi avuto la fortuna di entrare nel mood Roma e si è rifatto la bocca. Qui è stato fantastico, ha esaltato il senso di appartenenza».
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Sui Sensi e Totti si è detto e scritto tanto.
«Ma non che Francesco parla con gli occhi. Se ti conosce e vuole dirti qualcosa non importa che apra bocca. Lo sguardo di Francesco dice molto più di tante parole».
Eppure è uno straordinario battutista.
«Ironico e autoironico».
C’è stato o no un momento in cui avete temuto di perderlo?
«Di venderlo mai. Con noi sarebbe potuto andare via solo a scadenza e di sicuro l’avremmo evitata. La rinuncia a Totti, al di là dell’amore per l’uomo e della grandezza del campione, avrebbe comportato un notevole impoverimento patrimoniale per la Roma… (fa una pausa). L’unico presidente che ci ha provato seriamente è stato Florentino Perez che era amico di mio padre. Il quale non ci ha mai pensato. Florentino è stato protagonista di uno dei momenti più belli della nostra storia».
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Sotto la vostra gestione arrivarono tanto Ranieri quanto Spalletti. Chi li scelse?
«Merito di tutti, eravamo un gruppo di lavoro, c’erano Bruno Conti, Daniele Pradè e Cristina Mazzoleni. Le scelte erano sempre condivise».
Esca dal gruppo e dal passato. Quale, l’allenatore ideale per il dopo Ranieri?
«L’allenatore ideale è quello che aderisce maggiormente al momento storico della società. Lo sanno i Friedkin chi può e deve essere, e lo sa Ranieri».
Dan si è mai fatto vivo?
«Mai sentito. Ma a differenza della precedente proprietà, i Friedkin hanno sempre mostrano attenzione e rispetto nei nostri confronti. Ai tempi di Pallotta ho visto piangere mia madre».
Quando?
«Noi siamo cattolici, credenti e praticanti. Mio padre aveva fatto costruire una cappella a Trigoria, veniva frequentata anche dai giocatori prima della partita. Quando mi madre venne a sapere che era stata trasformata in un magazzino, pianse. Fu uno sfregio, non so dirti quanto involontario».
Fonte: Corriere dello Sport
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