Tricella: “If we won the championship where the strongest played, we therefore were the strongest team in the world that year?”

“C’era un gruppo che ha iniziato un percorso col primo anno di B con Bagnoli e negli anni siamo riusciti a rafforzarci. Lo zoccolo duro, che oggi vedo sempre meno nelle squadre, faceva percepire ai nuovi arrivati il clima e come ci si dovesse comportare, senza tante parole.

In una squadra ci deve essere un po’ di tutto, quello matto, quello pignolo… è così che si crea lo spogliatoio.

Abbiamo avuto la fortuna di esserci trovati in un meccanismo particolare, costruito dall’allenatore e che noi abbiamo fatto nostro. Anche non giocando bene a volte, le portavi a casa ed anche quelli erano dei segnali. Il fattore C poi in determinati momenti della stagione, serve. Eccome se serve.

Ognuno di noi si identifica in una partita, io ad esempio nella vittoria contro i granata, all’andata.

Garella l’ho conosciuto l’anno di Serie B, quando arrivò dalla Sampdoria. Si sentiva un po’ scaricato, ma insieme al Verona, Claudio è cresciuto. Nel momento in cui si è convinto di fare la sua sporca figura anche in Serie A, grazie anche ad un po’ di sana esaltazione, è diventato quel grande portiere che tutti abbiamo apprezzato. Spiace non sia mai stato convocato in Nazionale.

Spesso ci siamo chiesti, ma se abbiamo vinto il campionato più importante dove c’erano i giocatori più forti al mondo, noi quindi siamo stati la squadra più forte del mondo quell’anno?” ha raccontato il capitano dell’Hellas Verona 1984/85, Roberto Tricella.

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