McTominay extols Napoli: “There’s one key thing I’ve learned in these months.”

Scott McTominay is back to talk about his move to Napoli and what he has learned in the past few months: full statements

Scott McTominay has opened his heart, returning to talk about the move to Napoli and all he has learned in these months under the Partenope sun. His words are a mix of gratitude and ambition, a tale that smacks of passion and dreams to pursue. The Scottish midfielder, who left Manchester United to land in Serie A, revealed how this experience has changed him, not only on the field but also off it.

It’s not just about soccer. McTominay has found a new home in Naples, a new way of experiencing the ball, and it has made him a better player, especially for his native Scotland. His performances earned him the International Player of the Year award from the Scottish Football Writers for the second year in a row, and his goal is clear: to play as long as possible, both for club and national team.

Mc Tominay’s transfer to Napoli was a step that marked a turning point in the Scottish midfielder’s career.

“Did my move to Napoli improve me? I would say it potentially did.”

McTominay said in an interview with BBC Sport, responding to those who asked him if this experience made him a better player for Scotland.

“It opened my eyes to a different style of soccer. It also opened my eyes to a lot of different things off the field, which I’m very grateful for.”

Words that tell a journey not only technical, but also human, in a city like Naples that lives soccer with a unique intensity.

Arriving last summer for about 30.5 million euros, McTominay immediately won over Antonio Conte and the Neapolitan fans. In Serie A, he found more tactical soccer than in the Premier League, and this pushed him to grow: he scored 7 goals and provided 4 assists in 28 appearances, total.

“Mi ha chiamato e dopo un minuto…Sappiamo cosa lui ha bisogno di me e cosa io ho bisogno da lui. Non abbiamo un rapporto speciale, da privilegiato, anzi! E’ più duro con me, si aspetta tanto. A me piace questo. Mi ha fatto crescere e mi ha spinto. Ringrazierò sempre Conte”

Sulla corsa a tre per lo Scudetto:

“Inter favorita per il campionato, ha una grande rosa e giocatori di qualità. L’Atalanta sta facendo il passo per spingere per lottare per il campionato. Quando hanno vinto l’Europa League hanno pensato che potesse essere l’inizio di un ciclo. Non so cosa sia successo al Napoli l’anno scorso, non è un problema mio, ma dobbiamo pensare al presente. Adesso che ci siamo, dobbiamo lavorare ancora di più perché vedere dove possiamo arrivare, c’è un sogno alla fine e per realizzarlo, bisogna spingere ed essere pronto per ogni situazione. Quando arrivi in una squadra in cui c’è un ciclo vincente, ogni stagione devi fare di più. I tifosi vogliono sentire nuovamente quella sensazione. Vincere una volta è bello, ma la seconda e la terza è ancora più bello. Questa è una sensazione che noi giocatori vogliamo sentire, ma anche la città e i tifosi. Non si è mai appagati”

Su Mertens:

“Anche io un belga napoletano come Mertens? Sì, ogni giorno un po’ di più! Ne ho parlato con Dries, che lui quando smetterà tornerà qui a Napoli. Grazie a lui ho incontrato belle persone”

Sul futuro da allenatore, appena terminata la carriera da giocatore:

“Io allenatore? C’è una parte della mia testa che dice sì, un’altra che dice ancora no. Al termine della stagione farò una settimana di corso da allenatore UEFA A e B”

Cosa ha pensato al primo gol al Maradona:

“Appena arrivato al Maradona, non ho mai sentito un calore come quello. Ho chiamato subito Dries e mi ha confermato. Quando ho fatto il primo gol e ho sentito l’urlo dei tifosi, sapevo che avremmo vinto. Quando i tifosi fanno questo, la squadra avversaria si infastidisce. E’ una questione mentale”

Sulla sintonia con i compagni di squadra e il gruppo per Call of Duty:

“Mettiamo sempre la squadra prima di tutto, i risultati vengono dopo. Abbiamo un gruppo speciale, ogni martedì facciamo dei tornei di Call of Duty. Abbiamo 10-12 giocatori e partecipiamo a dei tornei. Siamo una vera squadra, penso che si vede anche da fuori”

Sul figlio che gioca nel settore giovanile dell’Anderlecht:

“Mio figlio ha sei anni, si diverte nel settore giovanile dell’Anderlecht, non vuole fare il difensore centrale. Vedo tante somiglianze con me, ma lui è più tecnico. La cosa più importante è che si diverta”.

Sulla città di Napoli:

“Vado a Posillipo, cammino sul Lungomare. Non sono andato ancora sulle isole, perché con gli allenamenti è un po’ difficile. Io vivo molto il calcio, mi fa bene camminare”.

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