At the end of the match against Atalanta, Juve coach Thiago Motta spoke to the microphones of Dazn: “We knew it was going to be a complicated match. After the penalty, which was questionable but I don’t want to make a criticism, we tried to go forward but they were able to counterattack very well. We are a young team and we suffered mentally from this goal.”
“We are sad and sorry. There will be no more talk about this Scudetto thing. Now we have to move on,” he added.
Riavvolgendo il nastro fino alla partita dell’Atalanta, si sarebbe mai aspettato una prestazione e un epilogo simile della partita? Prima di questa, che credito aveva dato alle chance di rimonta Scudetto?
“Non avrei mai pensato a una gara di questo genere da parte della Juventus. L’Atalanta di questo ultimo periodo era anche stata una squadra intermittente. Non aveva avuto una fluidità di risultati, steccando anche alcune prestazioni. Credo che in questa partita così importante, successiva alle forti delusioni arrivate dalla Coppa Italia, la Juve avesse bisogno di dare una sferzata alla propria stagione. Invece, l’Atalanta che ha umiliato la Juventus. Gasperini ha stravinto contro una Juve a dir poco imbarazzante. I nerazzurri avevano dato segnali di poter arrotondare il risultato già alla fine del primo tempo. Dopo l’intervallo, anziché dare una risposta diversa, la Juve ne ha subito preso un altro. E’ parsa una squadra totalmente al collasso; disarmata e disarmante.
Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta
Al discorso Scudetto non ho mai creduto. Anche prima di questa sconfitta pesantissima, la Juventus aveva collezionato la quinta vittoria consecutiva contro il Verona, ma anche nell’ultima partita non mi aveva convinto. Soprattutto nel primo tempo, dove lo 0-0 ci stava tutto. Ho sempre pensato che lo Scudetto fosse ad appannaggio di Inter, Napoli. Ora anche l’Atalanta sta cercando di rientrare dopo questo bel successo, ma fino a quel momento le altre due avevano dimostrato qualcosa di più”.
Che tipo di conseguenze può avere una sconfitta come quella con l’Atalanta per il finale di stagione? Quante possibilità attribuisce alla Juve, rispetto alle dirette concorrenti, di raggiungere la qualificazione Champions?
“Dopo questa sconfitta pesante con l’Atalanta, pensavo che forse sarebbe stato giusto, come fece Lippi molti anni fa, dare le dimissioni. Non mi aspettavo l’esonero, perché quello non è stato fatto da Giuntoli neanche dopo l’imbarazzante risultato in Coppa Italia. La Juventus di Motta ha toccato il fondo ovunque. Con l’Empoli in Coppa Italia, contro una delle squadre più fragili di questo campionato, è riuscita a perdere. E poi, chi è alla fine che ha sbagliato i calci di rigore? Due giocatori simbolo: Vlahovic e Yildiz. Anche in quell’occasione peggio di così non si poteva fare.
Il giorno dopo sono arrivate delle parole piuttosto fragili e deboli di Giuntoli per sostenere la posizione di Motta. E’ da lì ho capito che il tecnico avrebbe dovuto dare le dimissioni. Con l’Empoli ha parlato di vergogna: allora, se una persona è intelligente e capisce che la squadra non ti segue, è quello da fare. Questo senza voler dare troppo peso alle dichiarazioni anonime emerse al Corriere della Sera, nel quale si evincerebbe che la squadra non sopporta questo allenatore.
Thiago Motta, allenatore della Juventus
Sappiamo bene che, quando i giocatori mollano l’allenatore, si perde tanto. Lo si è visto con la Roma. Dopo un inizio di annata disastrosa, con l’arrivo di Ranieri è la squadra che, considerando i maggiori campionati d’Europa, ha ottenuto più punti nelle ultime tredici partite. E’ arrivato qualche giocatore nel calciomercato di gennaio, ma i giocatori sono sostanzialmente sempre quelli. Semplicemente, Ranieri è accettato in un certo modo da tutta la squadra e i giocatori fanno gruppo. Invece, quando ti vogliono mandare a casa tirano indietro la gamba e non ci mettono l’intensità. Questo è quello che è successo alla Juve.
Per quanto riguarda la lotta Champions, la Lazio ha perso una grande possibilità contro l’Udinese. Per di più, la Juventus si deve guardare dal Bologna che sta giocando bene e sta facendo punti, ma anche dalla Roma. Secondo me, se i giallorossi continuano a giocare così, con dieci partita da giocare, possono ancora provarci. Nel 2025, la Roma di Ranieri è prima per punti raccolti nei cinque principali campionati, superando anche il Bayern Monaco.
Claudio Ranieri, allenatore della Roma
Precedentemente, con De Rossi forse aveva sbagliato, perché lo ha mandato via dopo avergli poco prima rinnovato il contratto per due anni. Inoltre, non stava sbagliando molto. Mentre, la scelta di Juric è stata imbarazzante: per me, tutto il rispetto per lui, è l’anti calcio, non da squadra così importante. La scelta giusta e indovinata è stata quella dopo, nonostante in molti dicessero che Ranieri fosse ormai bollito. In realtà, lui aveva fatto la scelta di chiudere la sua carriera da allenatore, considerando anche che ha 76 anni. Però, essendo un romano, romanista e nato a Testaccio, alla Roma non poteva dire di no”.
Quando le cose vanno male, è normale cercare di capire cosa è andato storto. Secondo lei, si può individuare un principale responsabile della stagione sotto le attese della Juventus?
“Sicuramente il primo responsabile è un dirigente affermato che a Napoli aveva lavorato molto bene (Giuntoli ndr). Arrivato alla Juventus ha sparecchiato la tavola, gettando dalla tovaglia a terra tutto quello che c’era fino a quel momento, a cominciare da Allegri. Quest’ultimo è stato messo alla porta dopo che ha portato la Juve ad alzare un trofeo, ovvero la Coppa Italia con l’Atalanta. Inoltre, ha centrato il 3° posto e la Champions League, mandando i bianconeri a giocare la Supercoppa. Ha creduto di costruire un progetto molto importante con Thiago Motta. Questi aveva fatto un ottimo lavoro con il Bologna, riportandoli in Champions League dopo che mancava da oltre cinquant’anni. Però, forse non ha valutato che questi potesse essere troppo giovane e che alla Juve serva un altro tipo di allenatore.
Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus dal 2014 al 2019 e dal 2021 al 2024
Adesso, alla resa dei conti, cade la partita con la Fiorentina, squadra e soprattutto tifoseria che si può definire rivale. In questo match si vanno ad affrontare due allenatori che sono entrambi sulla graticola, perché anche Palladino lo è a Firenze. Quest’ultimo aveva cominciato molto bene il campionato, inanellando nove vittorie consecutive. Ci si chiedeva sin dove questa Fiorentina potesse arrivare, ma ora non sta raccogliendo certi frutti. Ora anche lui viene contestato. Secondo me, chi perde questa partita rischia tanto.
Ieri, in un’altra emittente, ho detto che, visto che la Juventus è fuori da tutti gli obiettivi e resta soltanto il 4° posto, la società avrebbe dovuto andare dentro lo spogliatoio per parlare con i giocati più simbolici. Per esempio, con il capitano Locatelli. Successivamente, dovrebbero domandare se ci stanno con questo allenatore. Perché, a questo punto, la Juve farebbe bene a chiamare una persona che ha avuto un passato importante in bianconero. Questo per traghettare la squadra al raggiungimento del 4° posto. Ho fatto il nome di Ciro Ferrara, suscitando anche qualche sorriso, che è stato anche capitano della Juventus e giocatore importante. Oppure Fabio Cannavaro, anche se lui adesso sta a Zagabria. Ho letto che addirittura, se perdessero a Firenze, potrebbero puntare sull’allenatore della Primavera, Magnanelli, più che su Brambilla della Next Gen. Non ricordo se ha il patentino, ma, in caso, perché non chiamare Del Piero?
Ciro Ferrara, alla Juventus da calciatore dal 1994 al 2005 e nel ruolo di allenatore dal 2009 al 2010
Infine, Tudor lo escluderei per una semplice ragione: non è uno che viene a prendere una squadra per giocare nove o dieci partite. Io ho fatto il nome di Ferrara, anche se è parecchio che non allena più, che però tecnico lo è stato. La mia è una mezza provocazione per dire che la Juventus, per motivi di bilancio, non può fallire il quarto posto. A questo punto, non sapendo se lo ha già fatto, la società dovrebbe sentire il gruppo forte dello spogliatoio e verificare se sono tutti uniti. A me torna in mente sempre l’intervista al Corriere di qualcuno che, senza apparire, ha fatto quelle dichiarazioni. Noi vediamo in giro cosa succede se la squadra non segue l’allenatore.”.
In attesa di capire come si concluderà l’annata della Juve, quali sono le maggiori criticità che si possono attribuire alla guida tecnica di Thiago Motta?
“Il problema di Motta è che, sino a oggi, non ha capito che non poteva portare quello che ha fatto nel Bologna anche alla Juventus. E’ uno che ha pensato troppo di mettere in campo certe idee che, però, la squadra non è riuscita a raccogliere. Ha tolto ai giocatori la propria identità, intesa come eliminazione dei ruoli fissi. Ha cambiato continuamente posizione a giocatori e facendoli giocare a destra e poi a sinistra. Inoltre, una squadra deve puntare su dei leader. Invece, lui questi gli ha messi fuori, come nel caso di Danilo, ma anche con scelte come quelle di non far giocare inizialmente Douglas Luiz.
Poi, tu hai un attaccante, Vlahovic, che a Firenze, in quattro stagione ha giocato 98 partite segnando 44 gol, cioè una media di un gol ogni 2,22 partite, e che nella Juve, in altre tre stagioni e mezza, giocando 97 partite e realizzato 42 gol, ha una media di un gol ogni 2,30 gare. Questo giocatore è sparito. Allora significa che c’è qualche cosa che non funziona. Successivamente arriva Muani, che è partito molto bene realizzando 5 gol nelle prime 3 partite, ma che adesso non segna da 7 partite. Un involuzione anche per questo giocatore.
Randal Kolo Muani, attaccante della Juventus
Quindi, gli aspetti principali sono questi. Motta si è messo al centro del progetto, con lui leader. Gli altri che dovrebbero capire delle cervellotiche situazioni di gioco, ma queste sfuggono alla testa dei giocatori. Anche Koopmeiners, un leader nell’Atalanta, in questa Juventus si è perso. L’unica eccezione è Conceicao, che però è in prestito e dovrà eventualmente essere preso dal Porto. Il problema di questo allenatore è che non ha dato un gioco. Non ha un gioco e non gioca”.
L’eccellente annata bis del Bologna privo del trio Motta, Zirkzee e Calafiori, rivaluta in qualche modo il lavoro fatto dello stesso tecnico brasiliano?
“Secondo me no, il lavoro di Motta è stato sicuramente buono. Però, oggi io vedo un Bologna che senza Calafiori e Zirkzee, con Italiano sta ottenendo un risultato che è anche migliore di quello di Motta. La risposta che mi da è che quest’ultimo non fosse pronto per un salto così importante. Gli allenatori, quando sono troppo giovani, devono ovviamente pagare dazio. Per esempio, come sta facendo Palladino alla Fiorentina. Lui era partito bene, con una squadra che giocava. Poi, è giusto ricordare, che lui, come la Juventus, ha avuto degli infortuni, come l’ultimo di Kean e quello che è successo a Bove. Insieme a Cataldi giocavano molto bene, così come al tanto criticato Colpani.
Io dico che tutto può cambiare il senso di una stagione e a quel punto bisogna mettere a frutto l’esperienza. Però, quando hai una maglia e una panchina così pesante come quella della Juventus, Thiago Motta non è il profilo giusto. Non è il profilo giusto per portare a casa una stagione che si preannunciava l’inizio di un grande progetto. Già ora è considerata fallimentare, ma se non arrivasse neanche il 4° posto sarebbe un disastro vero e proprio. Tant’è che, adesso, si guarda già al futuro e si dice che, se anche non dovesse saltare Motta, che possa restare alla Juventus appare molto difficile. Si fanno i nomi di Gasperini, Pioli, Mancini e Xavi, cioè profili di più alto lignaggio ed esperienza, che poi è quello che serve”.
Stefano Pioli, allenatore del Al-Nassr
Come vede la posizione in panchina dell’allenatore della Juventus in vista della partita contro la Fiorentina? L’eventualità di un esonero in caso di k.o. con la Fiorentina può sussistere?
“Se le cose dovessero andare male, anche per una società come questa che si è stretta attorno a Motta, perché lo hanno scelto, sarebbe quasi inevitabile. E’ come il discorso del Milan, dove la società ha cercato di proteggere più possibile Fonseca in quanto l’aveva scelto Ibrahimovic. Alla fine ha dovuto cambiare perché la situazione era diventata insostenibile, sia nel rapporto con l’ambiente, che con quello con i giocatori, oltre che con alti dirigenti. Se la Juve dovesse perdere con la Fiorentina, penso che la società sarebbe obbligata a esonerare Motta. Sarebbe obbligata anche se ha più di due anni di contratto. Se arrivasse un’altra sconfitta dopo tutto quello che è successo con i rivali storici viola, come fai a quel punto a tenere in mano una situazione dentro la Torino bianconera? Sarebbe impossibile.
Anche un pareggio potrebbe non bastare. Perché, alla luce di questo fatto, bisognerebbe vedere il prossimo turno cosa succede con le altre. Innanzitutto la Lazio dietro di un punto, poi il Bologna a 2 punti, ma anche la Roma, un pochino più dietro a 46 punti, che sta viaggiando a mille. La Juventus deve cercare assolutamente di vincere questa partita per tacitare tutte le situazioni. La sua situazione è più pericolante perché la posizione è da conservare a denti stretti per il bilancio della società”. Leggi anche parole di Buffon sull’allenatore della Juventus <<<
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