Per commemorare la scomparsa del grande giornalista friulano, ex Udinese e tifoso dei bianconeri Bruno Pizzul (LEGGI QUI) la Società della Famiglia Pozzo lunedì sera, nel posticipo dell’Olimpico contro la Lazio, scenderà in campo con il lutto al braccio.
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LA PANCHINA CON L’INTER IN COPPA ITALIA – “Rammarico per non essere sceso in campo a San Siro? Credo sia normalissimo. A bocce ferme ho compreso e in fondo anche condiviso la scelta dell’allenatore”.
LE DIFFERENZE TRA L’UDINESE DI GUIDOLIN E QUELLA ATTUALE – “La prima era una squadra in cui molti giocatori erano già pronti al top della maturazione, in questa ci sono calciatori con più margini di miglioramento”.
LA CORSA ALL’EUROPA – “Oggi è più difficile qualificarsi per le coppe europee perchè la concorrenza è aumentata. Ci sono molte più squadre che possono inserirsi: il Bologna, l’Atalanta, la Fiorentina, il Torino. Questo è un campionato molto più livellato verso l’alto, le piccole non sono vittime predestinate quando giocano con le big”.
LA SCORSA STAGIONE – “Ci sono delle stagioni che nascono male e finiscono peggio. Per fortuna siamo riusciti a dare una svolta in extremis. Quando subentra la negatività, poi è difficile invertire la rotta. Dopo la sconfitta di Verona ho pensato davvero male. Diciamo che in trent’anni e una delle due stagioni anomale dell’Udinese, può capitare”.
L’OBIETTIVO STAGIONALE – “A inizio stagione ci siamo prefissati un obiettivo, quando lo raggiungeremo lo diremo. Non mi riferisco all’Europa. Adesso siamo in salute, giochiamo bene a calcio e dobbiamo cercare di cavalcare quest’onda senza porci limiti e senza avere paure o stress”.
LA SVOLTA CON IL 3-2 DI IKER BRAVO AL VENEZIA? – “Si, ma potrei citarne altri. E quando gli episodi sono positivi non arrivano mai per caso, significa che vai a cercarli attraverso un atteggiamento positivo di squadra”.
DAI 30 ANNI IL RUOLO DI SECONDO PORTIERE – “Quella certezza l’ho avuta solo quando sono andato all’Inter. Ma l’ho vista come un’occasione irripetibile di andare in un top club e ho vinto un campionato”.
IL COMPAGNO PIU’ FORTE TRA I PALI – “Handanovic. Aveva tutto: rapido, esplosivo, forte sia tra i pali che in uscita. Ha vinto meno di quello che avrebbe meritato”.
IL RITORNO ALL’UDINESE – “E’ stata una scelta pensando alla famiglia, avrei forse potuto ottenere un rinnovo di anno in anno a Milano, solo l’Udinese poteva farmi cambiare idea. Mia moglie Claudia è friulana, abbiamo un bel giro di amicizie, qui il livello della vita è alto anche per i bambini: Diego, ha 8 anni e Rocco 6”.
IL FUTURO – “Finire a Udinese la carriera è un’opzione forte al momento. Quando dirò basta? Al momento fra pochi mesi, anche se la testa e il fisico mi dicono di continuare ancora. Ne parlerò serenamente con la società”.
L’ETICHETTA DI UOMO SPOGLIATOIO – “Forse è un po’ esagerata perché comunque io mi sento ancora calciatore. E infatti poter andare in campo nella scorsa giornata è stato gratificante a livello personale. Se sono stato all’altezza significa che mi sono allenato bene”:
IL RICORDO DI BRUNO PIZZUL – “L’ho conosciuto durante la mia prima esperienza in Friuli. Un’icona del calcio di casa nostra, una voce indimenticabile che mi è entrata dentro”.
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