Righetti ricorda i tempi salentini: “Giocavamo tutti per Mazzone. Conte-Baroni? Schiettezza e serietà”

BARONI CALCIATORE. “Era un giocatore e compagno straordinario. Uno che aveva, come adesso, il pieno controllo della situazione, in campo e fuori. Perché i successi li costruisci soprattutto fuori, guardate quello che ha fatto a Verona l’anno scorso. E’ riuscito a trasmettere i suoi pensieri a un gruppo cambiato. E’ stato sempre così, sempre in pieno controllo”.

CONTE CALCIATORE. “L’ho conosciuto che era giovanissimo, ma era già Conte. Ricordo che un sabato stavamo facendo un torello di quelli per divertirsi, scherzavamo e ridevamo, lui si arrabbiò e disse che doveva essere allenante. Per lui ogni cosa doveva essere fatta al 100%, anche quelle più ludiche. Aveva sempre da suggerire qualcosa, anche ai calciatori più anziani. La personalità che vediamo oggi non è costruita, è sempre stato così”.

ALLENATORI. “Tornando indietro nel tempo, forse avrei pensato meno a Baroni come futuro allenatore, anche se era già serissimo e professionale. Di Conte quella propensione per cui ogni momento dell’allenamento poteva produrre qualcosa poteva farmelo pensare”.

MAZZONE. “Il nostro allenatore era Carletto, il numero 1. Si dice che a volte la squadra giochi per l’allenatore. Ecco, noi lo facevamo davvero, ed è tanto bello quanto raro. Volevamo dimostrargli che il lavoro fatto era positivo, non volevamo deluderlo e così in campo andavamo anche oltre la preparazione. Cosa difficilissima. Cosa rivedo di Mazzone in Conte e Baroni? In Antonio la schiettezza. Anche Marco è sincero, ma Conte lo è più in quel modo che ricorda Mazzone”.

L’articolo Righetti ricorda i tempi salentini: “Giocavamo tutti per Mazzone. Conte-Baroni? Schiettezza e serietà” proviene da Calcio Lecce.

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