“Se l’arbitro non mi fischia il rigore, pazienza. Ma in area decida solo lui. Il Var mi sta facendo allontanare dal calcio, interviene in modo arbitrario oppure come a Bruges non lo fa”. Al coro di dissenso verso l’episodio da rigore Hien-Nilsson in Champions League, a “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, si unisce anche Bortolo Mutti, ex attaccante e allenatore dell’Atalanta.
Mutti: assurdo un rigore così senza correzione del Var
“L’errore arbitrale di Meler è assurdo. Vedere un episodio del genere in Champions League è inaccettabile. Non era rigore, eppure è stato assegnato in modo gratuito, senza che intervenisse il VAR, senza che intervenisse nessuno nonostante tutti gli strumenti a disposizione. L’aiuto della tecnologia può esserci, deve esserci, ma certi contatti fisici in area vengono ormai puniti con rigori assurdi. Ora basta una mano appoggiata sulla spalla, esasperando il regolamento. Il VAR aiuta a risolvere certe situazioni, come il fuorigioco o i gol dubbi, e lì è indispensabile. Però in area io darei ancora fiducia all’arbitro: se non mi fischia un rigore, pazienza. È meglio affidarsi alla sensazione del contatto tra attaccante e difensore piuttosto che fermare un’immagine e creare simulazioni. Utilizzata così, la tecnologia Var mi sta facendo allontanare dal calcio, talvolta non ho piacere a vedere le partite”.
Mutti: ok al Var a chiamata
“Sono d’accordo col Var a chiamata. Come in altri sport, come la pallavolo, si potrebbe dare la possibilità agli allenatori di chiedere una revisione di un episodio. Magari due o tre chiamate a partita, non di più. Sarebbe un diritto della panchina poter verificare se una decisione è giusta o meno. Su questo sono d’accordissimo”, ha concluso Mutti.
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