Pafundi: “Runjaic ha molta fiducia in me”

Il calciatore bianconero Simone Pafundi è stato ospite della trasmissione Udinese Tonight, programma che va in onda su TV12. Tanti i temi toccati dal giovane talento classe 2006…

Le sue parole. 

SUL PAREGGIO CONTRO IL NAPOLI. “Sono molto sereno, soprattutto dopo la partita contro il Napoli. Ma tutta la squadra lo è. Domenica sera è stata una gara viva, molto bella, piena di contrattacchi. Noi siamo scesi bene in campo, abbiamo reagito subito dopo il vantaggio, forse meritavamo pure qualcosina in più. Dalla panchina ho visto fare al novantesimo delle corse folli. L’allenatore ci ha caricato molto in settimana e noi volevamo fare qualcosa di grande”. 

PIÙ SERENITÀ RISPETTO ALLA SCORSA STAGIONE. “Vedo molta più serenità della scorsa stagione, sappiamo quanto è stata difficile la scorsa annata. L’allenatore ci ha dato un’idea giusta e noi stiamo seguendo lui e il suo staff”. 

NELLE PROSSIME TRE PARTITE L’UDINESE AFFRONTA SQUADRE CHE SONO PIÙ INDIETRO IN CLASSIFICA…“Ogni partita ha la sua storia, anche il Napoli magari domenica si aspettava una partita più semplice. In Serie A ogni gara è complicata, noi lo sappiamo e non sottovalutiamo nessuno, poi è sempre il campo a parlare”. 

SU RUNJAIC E I COMPAGNI. “Runjaic mi ha parlato molto, abbiamo avuto un lungo confronto e mi ha detto molte cose su cui devo lavorare. Io ho molta fiducia nell’allenatore e lui ne ha in me, abbiamo un rapporto schietto da uomo a uomo, prima ero considerato un ragazzino, mentre Runjaic mi parla come se avessi 25-30 anni. Mi fa sentire la sua fiducia. Per i compagni sono ancora il ‘piccolo’ del gruppo. Soprattutto Sanchez mi coccola, ma anche mi sgrida. Lui è un fenomeno, nulla da dire. Da lui vorrei rubare la mentalità: calciatori così forti hanno bisogno di una mentalità forte per emergere. Quando sono andato via ho lavorato molto sulla mentalità. Poi c’è Thauvin, mi sono sempre trovato bene con lui da quando è arrivato qua. In campo parliamo la stessa lingua e ci cerchiamo molto, lui è molto forte nell’uno contro uno e ha grande visione di gioco, è un top player. Sono stato molto fortunato a Udine, prima ho avuto De Paul e Deulofeu, adesso ho Sanchez e Thauvin da cui imparare”. 

CONCORRENZA AGGUERRITA IN ATTACCO…“Noi lavoriamo sempre per la squadra, chi gioca sa che deve fare bene perché abbiamo una panchina forte. L’obiettivo principale è sempre fare il bene della gruppo. Runjaic mi sta provando o in mezzo ai tre di centrocampo, o esterno, o seconda punta. In Svizzera ho fatto principalmente la mezzala e il trequartista. L’allenatore mi ha parlato e mi ha detto che al giorno d’oggi è importante essere un giocatore completo che sa giocare in più zone di campo”. 

SUL PRESTITO AL LOSANNA. “A Losanna sono cresciuto molto, ora sono pure maggiorenne (ride, ndr). È stata un’esperienza che mi ha insegnato molto, sono maturato tanto. Mi sento cresciuto soprattutto mentalmente, adesso ragiono più da grande e ho imparato molto stando da solo, facendo cose che rimanendo nella mia comfort zone non avrei mai fatto. Poi sono migliorato anche fisicamente, di questo ne abbiamo parlato con Runjaic e con il suo staff. Ogni giorno faccio qualche lavoro extra”. 

I SUOI OBIETTIVI E QUELLI DELLA SQUADRA PER QUESTA STAGIONE. “Dopo la scorsa stagione siamo un po’ frenati sul metterci obiettivi, noi pensiamo partita dopo partita, cercando di fare più punti possibili. Finire tra le prime dieci sarebbe un grande risultato, mi pare non succeda da dodici anni. Lavoriamo anche per questo, ma senza nessuna pressione. La prima cosa è comunque che la squadra vinca più partite possibili, poi io voglio ritagliarmi il mio spazio, ma dipende dal lavoro quotidiano. Sono un ragazzo serio, umile e che aspetta le sue chance per poter dimostrare quanto vale”. 

L’ESORDIO IN NAZIONALE A SEDICI ANNI. “Anche se Mancini mi ha fatto fare quei cinque minuti, nel calcio dei grandi non avevo e non ho ancora fatto nulla. Tengo la testa bassa e so che devo spingere il doppio degli altri per fare quello che la gente si aspetta da me. Vivere tutte quelle aspettative è stato molto pesante, ho sofferto un po’; poi quando non giochi e non hai le opportunità per farlo un po’ ti butti giù, ma grazie alla società e al supporto continuo della mia famiglia ho ritrovato un po’ di fiducia. Potevo andare in prestito in Serie B, ma ho preferito staccarmi dall’Italia e stare più sereno, lontano dal caos che si era creato e che c’era anche nella mia testa e in quella dei miei genitori. Penso di aver fatto la scelta giusta, ora sono tornato e sono più tranquillo”. 

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